FAQs
Qui troverai una serie di domande e risposte sulla Nostra patologia, per aiutarti a conoscerla meglio e toglierti quei dubbi che ti accompagnano!
Se vuoi porci una domanda in particolare, scrivici all’email: info@desmoidfoundation.org
Si sono viste correlazioni tra alti livelli di estrogeni (visto che il maggior numero di pazienti sono donne in età fertile), probabili traumi (in alcuni casi si formano post interventi chirurgici – come nei casi di cesareo o colectomie) e connettivopatie.
Nei casi di tumore desmoide insorti nei pazienti con poliposi adenomatosa familiare (FAP), la maggior probabilità di formare desmoidi è dovuta alla mutazione del gene APC, correlato alla β-catenina, proteina che ha un ruolo nella patogenesi del tumore desmoide.
Valutando il suo tasso di crescita, si decide se continuare a monitorarlo per un periodo – sperando in una stabilizzazione/regressione spontanea – o iniziare un trattamento (soprattutto nei casi di rapida crescita o casi in cui la massa provoca impossibilità fisiche o forti dolori non gestibili con farmaci).
Il paziente deve essere seguito da un medico specialista in sarcomi (chirurgo e/o oncologo) che prescriverà controlli periodici (mensili, trimestrali o semestrali) per capirne il comportamento e valutare il successivo passo insieme (vedi FAQ n.11).
Infine, l’analisi mutazionale del DNA delle cellule tumorali – effettuata presso particolari centri di riferimento – conferma la diagnosi con certezza ed individua il tipo di mutazione.
Invece, i tumori che presentano mutato il gene APC sono associati ad una sindrome ereditaria: la Sindrome di Gardner, cioè una Poliposi Adenomatosa Familiare (FAP) con associata la presenza di tumori desmoidi.
La FAP è caratterizzata da presenza di grandi quantità di polipi in tutto l’intestino. In questo caso la mutazione risiede in tutte le cellule del paziente, per questo i pazienti con FAP possono presentare più tumori desmoidi localizzati in diverse parti del corpo.
Esistono poi rari casi in cui non è presente alcuna mutazione nelle cellule tumorali, sono definiti “Wild Type”.
In tal senso è importante essere seguiti da un Terapista del Dolore, che ci aiuti a gestire il dolore poiché è fondamentale avere una buona qualità di vita.
A volte questo può essere psicologicamente difficile, per questo l’Associazione si occupa di fornire anche servizi di coaching e psicologia.
In alcuni casi, nei tumori desmoidi addominali soprattutto, la chirurgia può essere ancora un trattamento di prima linea, poiché questa sede è caratterizzata da un minor rischio di recidiva.
Infine, ci sono dei casi di tumori desmoidi intra-addominali non responsivi alla terapia chemioterapica, che crescendo all’interno dell’addome possono creare danni ed in tal caso si procede ancora chirurgicamente.
Raramente un paziente con tumore sporadico (mutazione della β-catenina) può formare un tumore desmoide in altre sedi del corpo – questo rischio aumenta nel caso di tumori trattati con chirurgia, dove può capitare che la massa si ripresenti in una sede vicina al sito di rimozione della precedente.
In alcuni rarissimi casi esistono pazienti con un “tumore sporadico dell’arto multifocale”, caratterizzato dalla presenza su un unico arto (superiore o inferiore) di più tumori desmoidi, ad esempio mano, braccio ed avambraccio.
Pazienti che presentano la Sindrome di Gardner (FAP) più comunemente possono sviluppare più desmoidi in varie sedi del corpo.
E’ causata da mutazioni germinali (cioè mutazioni presenti in tutte le cellule dell’individuo, anche quelle deputate alla riproduzione) a carico del gene APC ed i figli di persone affette hanno il 50% di rischio di ereditare la mutazione.
La diagnosi clinica viene sospettata in base alla numerosità dei polipi ma la conferma di malattia è affidata ai test genetici. Quando viene identificata la mutazione che ricorre in famiglia, i parenti a rischio possono usufruire del test genetico per sapere se hanno ereditato la mutazione. I portatori della mutazione seguiranno uno specifico programma di sorveglianza che inizia già intorno agli 11-14 anni.
Il trattamento di riferimento per la malattia rimane quello chirurgico, con l’asportazione profilattica del colon.
I pazienti con FAP hanno un rischio maggiore di sviluppare tumori desmoidi rispetto al resto della popolazione, spesso in sede intra-addominale successivamente ad interventi chirurgici, ed in questo caso si parla di Sindrome di Gardner.
Per evitare proprio la formazione di tumori desmoidi a seguito di colectomie, in molti centri si preferisce utilizzare una tecnica laparoscopica durante tali interventi per evitare le grandi incisioni richieste dalla chirurgia tradizionale a “cielo aperto”.
Ci sono casi di FAP non ereditata, dove i pazienti hanno scoperto la malattia a causa dei sintomi intestinali senza aver in famiglia alcuna storia di anamnesi di cancro al colon retto.
E’ pur vero che i pazienti con FAP normalmente hanno casi in famiglia di poliposi/cancro colon rettale essendo questa malattia trasmissibile, perciò la maggior parte delle volte sono già a conoscenza della poliposi avendo un’anamnesi famigliare.
Il sospetto di FAP può nascere nei tumori wild-type, che non presentano nessuna delle due mutazioni, o in pazienti che non hanno effettuato l’analisi mutazionale e presentano sintomi intestinali che ne fanno nascere il sospetto.
Inoltre, ci sono stati rari casi di pazienti con FAP che hanno scoperto prima il tumore desmoide e successivamente la poliposi, poiché a volte non conoscevano la propria anamnesi familiare o rappresentavano l’unico caso in famiglia con FAP.
Nei tumori desmoidi intraaddominali soprattutto, e nel caso di tumori che presentano mutazione APC, la colonscopia viene effettuata per confermare la presenza o assenza di concomitante Poliposi Adenotamosa Familiare.
Fai riferimento comunque al tuo oncologo specializzato in sarcomi, che ti indirizzerà verso i giusti esami diagnostici da effettuare.
A differenza di altri tipi di tumore, soprattutto nei casi di tumore desmoide non regrediti completamente, i controlli si possono consigliare anche dopo i 5 anni dalla stabilizzazione della massa.
Questi controlli vengono eseguiti attraverso Risonanze magnetiche con o senza mezzo di contrasto (il contrasto viene prescritto nel caso di tumori più attivi da valutare durante la terapia), Tac (utilizzate soprattutto nei tumori intra-addominali) o raramente ecografie.
Il secondo step prevede l’utilizzo di chemioterapia a basse dosi, soprattutto con Vinblastina e Metrotrexato.
In alcuni casi dove bisogna intervenire più aggressivamente e repentinamente nel diminuire la massa si può usare chemioterapia a dosi più alte.
Esistono anche farmaci antitirosin chinasici come il Pazopanib e Sorafenib.
Nuovi farmaci, attualmente in fase di studio attraverso trial clinici, sono il Nirogacestat, un inibitore delle γ-secretasi, ed il Tegavivint, che agisce direttamente sulla β-catenina.
Vengono impiantati in regime di day-hospital normalmente.
Esistono diversi trattamenti farmacologici e l’oncologo decide la terapia da somministrare a seconda del paziente e degli effetti avversi.
Alcune terapie per il desmoide possono avere degli effetti sulla fertilità, alcuni lievi ed altri ad entità ancora non confermata.
L’Associazione supporta i pazienti a pensare ad una preservazione della fertilità in determinati casi.
I tumori desmoidi sporadici non si trasmettono ai figli, essendo tumori casuali insorti in un’unica parte del corpo per cui la mutazione non è presente in tutte le cellule dell’individuo.
Nei pazienti con FAP invece, la mutazione del gene APC è presente anche nelle cellule germinali, cioè le cellule deputate alla riproduzione e “creazione” del nuovo individuo; in questo caso, quindi, i pazienti con FAP possono trasmettere la mutazione del gene APC ai propri figli e, questi ultimi, potranno avere nel 50% dei casi la FAP e di conseguenza una maggior predisposizione alla formazione di desmoidi rispetto al resto della popolazione.
È comunque importante sostituirla con altri metodi contraccettivi e parlare con il proprio oncologo di tale argomento.
Nei casi di pazienti in chemioterapia, una giusta alimentazione – bilanciata e studiata in base ai potenziali effetti collaterali della chemio, come la nausea e/o la diarrea – può aiutare ad affrontare e sostenere meglio le terapie.
Nei casi di pazienti con FAP e/o pazienti con tumore desmoide a localizzazione intra-addominale che hanno subito interventi chirurgici e/o terapie con conseguenze sul corretto funzionamento intestinale, si consiglia di seguire una dieta specifica per eventuali problemi di assorbimento e di digestione, in modo da avere una migliore qualità di vita.
Per questo l’Associazione offre un servizio di consultazione con una Nutrizionista.